Giovedì, 08 Marzo 2007 03:55

Poggibonsi Renaissance?

Scritto da  Gerardo

Con la conferenza di Alessandro Fo, presso la Sala SET del Politeama di Poggibonsi “Ricercare Dio con la poesia: un itinerario fra recenti voci italiane”, si è concluso un ricco ciclo di iniziative promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Poggibonsi e dal Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo (CISRECO) di San Gimignano.
Il ciclo dall’argomento niente affatto facile recava il titolo “Etsi Deus non daretur. Religione dei diritti e diritti della religione” e si è articolato in un convegno iniziale di due giorni, concluso con una applauditissima relazione di Remo Bodei, seguito poi da una serie di incontri con personaggi illustri della cultura italiana: Mons. Gianfranco Ravasi (incontro che ha registratto il tutto esaurito presso il Cinema Garibaldi: un caso forse unico nella storia culturale della cittadina valdelsana!), il filologo classico e antropologo Maurizio Bettini, il filosofo Eugenio Lecaldano e per finire appunto Alessandro Fo. Sia il Convegno sia gli incontri hanno costantemente registrato il tutto esaurito e una partecipazione (studenti, insegnanti, professionisti, persone comunque appassionate alla materia) sempre attiva e vivace. Un evento quindi da annoverare negli annali della cultura a Poggibonsi, ma anche segno di quella rinascita e risveglio culturale (ma anche civile) che Poggibonsi sta registrando da quando il Politeama è ritornato a essere il cuore pulsante dell’attività culturale cittadina.
La conferenza di Fo, insigne classicista, docente di Letteratura Latina presso l’niversità di Siena, poeta fra i più rilevanti e affascinanti della sua generazione (citiamo fra le molte raccolte pubblicate “Corpuscolo”, uscita nel 2004 nella bianca collezione einaudiana di poesia), ha chiuso da par suo il ciclo offrendo una ricca rassegna di poeti che in qualche modo si sono confrontati con il religioso da Thomas Hardy, scrittore e poeta vittoriano, a Marco Cipollini, poeta empolese contemporaneo, incidentalmente presente in sala.
Nel suo itinerario A. Fo ha messo in essere due modalità di approccio: da una parte prendendo a discrimine lo stile (quindi rifuggendo da quella poesia religiosa carica di retorica sfociante spesso nel dilettantismo), dall’altra affrontando poeti (anche poeti per caso) i quali via via si sono avvicinati alle “cose ultime” partendo dalla propria esperienza vitale personale e da posizioni metafisiche e esistenziali. Emblematica in questo senso la vicenda di Vittorio Gasman, esemplabile nel bellissimo testo poetico “a Dio (fermo posta)”.
In questo secondo percorso non si sarebbe lontani dal vero –crediamo- se vi si leggesse in filigrana anche la storia spirituale personale del nostro.

Giuseppe Picone
28 febbraio 2007
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